30 agosto 2010
L’obbligo di comunicazione telematica
L’articolo 21 del D.L. 78/2010 ha previsto l’obbligo di comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo uguale o superiore a tremila EURO.
La ratio della norma si rinviene nella relazione al D.L., in quanto viene evidenziato che “tale disposizione mira a rafforzare gli strumenti a disposizione dell’amministrazione finanziaria per il contrasto e la prevenzione dei comportamenti fraudolenti soprattutto in materia di IVA (frodi “carosello” e false fatturazioni) ma anche in ambito di imposizione sul reddito […] in specie ai fini dell’accertamento sintetico”.
La norma si va ad affiancare, in particolare, agli articoli 22, 23 e 24 del medesimo D.L., rubricati rispettivamente “Aggiornamento dell’accertamento sintetico”, “Contrasto al fenomeno delle imprese ‘apri e chiudi'” e “Contrasto al fenomeno delle imprese in perdita ‘sistemica'”.
Risultano inoltre rilevanti (anche se da un punto di vista prettamente comunitario) le novità introdotte dall’articolo 27.
Viene infatti introdotto l’obbligo, per i soggetti che intendono porre in essere operazioni comunitarie, di comunicare tale circostanza (la norma prevede anche una specifica procedura di silenzio-assenso).
A parte le ovvie considerazioni sul fatto che bisognerà verificare “sul campo” la reale efficacia delle norme introdotte, alcune considerazioni s’impongono subito per quello che riguarda la comunicazione telematica, prevista dall’articolo 21:
– quali saranno le conseguenze in capo all’acquirente nel caso di fatture emesse da “cartiere” che poi omettono la comunicazione telematica?
– quali saranno le conseguenze nel caso di vendite a soggetti privati, particolarmente significative per quello che riguarda un eventuale accertamento sintetico ma non comunicate e comunque successivamente “scoperte”?
– visto che quanto previsto dall’articolo 21 porterà non poche complicazioni contabili e visti gli ambiziosi scopi che la norma si propone, la semplice sanzione prevista dall’articolo 11 del D.Lgs 471/1997, fissata nella misura da 258 a 2.065 EURO non risulta poco “convincente”?
Se si ritiene che lo strumento sia utile, forse sarebbe stato bene “corazzarlo” per evitare che si tramuti in un adempimento che fanno solo “quelli bravi”, mentre “quelli cattivi” rischiano, vista anche la scarsa afflittività delle sanzioni.
Sono aperte le discussioni…
Scritto il 30-8-2010 alle ore 15:16
Ciro me pare ci sia il rischio del solito adempimento nato contro i furfanti, che comporta solo seccature alla gente per bene…Però bisogna che ci riflettiamo, è un commento così…parliamone al telefono…
Scritto il 30-8-2010 alle ore 17:57
Ciro, perchè invece che inventarsi ogni gg un adempimento nuovo che poi porta la P.a. ad avere bisogno sempre di più più, per i controlli di queste cose, non si riforma il tutto e si stabilisce che ne so, che le società di grande dimensione vengono verificate 1 volta all’anno (2 settimane concordate), quelle di medio/grandi dimensioni 1 volta ogni due anni e così via a scalare fino al piccolo negozio sotto casa….!? A me pare che sia la cosa migliore per a) modificare il rapporto tra pubblico e privato, b)evitare eccessi evasisi per via del fatto che si ha la certezza della visita periodica (che se fatta da gente con l’occhio sveglio……..) e c) evitare che l’impresa si debba sobbarcare oneri burocratici eccessivi….!
Scritto il 30-8-2010 alle ore 19:49
Caro dvd, pienamente d’accordo sul fatto degli adempimenti nuovi, si pensi a questi ultimi mesi, prima i nuovi INTRA con l’obbligo di indicazione anche dei servizi, poi le operazioni con i paesi black list, poi questa comunicazione telematica. Vedremo che succederà, in particolare con quest’ultimo adempimento.
Per l’idea dei controlli programmati…speriamo che Tremonti e Befera leggano questo post!!!
Scritto il 31-8-2010 alle ore 09:18
Facile dire che i contribuenti sono tenuti anche a questo nuovo adempimento, ma non sarà un’altra cosa che devono fare i commercialisti, magari senza percepire adeguato compenso da parte dell’amministrazione finanziaria? Già, è vero, si possono caricare ai clienti, che così vedranno ridursi ulteriormente i loro incassi, nel contempo aumenta il fatturato dei professionisti ed ecco aumentare l’incasso da parte dello stato.
Scritto il 1-9-2010 alle ore 09:33
Il problema dei maggiori incassi per i commercialisti non si pone, perché la clientela non è portata a riconoscere un compenso per tutti i nuovi adempimenti che in realtà sono stati ricaricati sugli studi… e l’amministrazione al massimo riconosce 1 euro a trasmissione… Una vera e propria beffa…
Scritto il 1-9-2010 alle ore 09:47
Non è solo una questione di sanzioni di importi bassi… Per piccoli artigiani o commercianti anche poche migliaia di euro possono creare molte difficoltà e rischi di chiusura… L’errore è concedere “sconti” a chi invece ha evaso e continua ad evadere MILIARDI! Dopo che si ha avuto il buon senso di verificare e sanzionare questi soggetti, non bisognerebbe “scendere a patti”, ma pretendere per intero gli importi accertati e tutte le sanzioni! Sopra certi importi di evasione istituti deflattivi non dovrebbero avere applicazione. E’ mancanza di rispetto nei confronti di tutti gli onesti contribuenti sentire che si concedono abbattimenti tanto elevati! Non sono i 50 euro evasi dell’artigiano che risolveranno la situazione. Invece, sentire che chi evade MILIARDI ottiene così grandi sconti, la peggiora…
Scritto il 1-9-2010 alle ore 16:26
NON BISOGNA ESSERE MAI SCETTICI VERSO I NUOVI ADEMPIMENTI CHE OGNI GIORNO CI VENGONO IMPOSTI DALLO STATO, POICHE’ GLI STESSI SERVONO PER MIGLIORARE I RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. L’UNICO PROBLEMA E’ CHE NON CI HANNO SPIEGATO COSA SIGNIFICA MIGLIORARE.
Scritto il 1-9-2010 alle ore 17:03
Ringrazio Maria, Ilaria e Giovanni per i commenti.
Sul fatto dei maggiori compensi per i consulenti io mi trovo con Ilaria, nel senso che vista la tendenza a fare parcelle a “forfait” il nuovo adempimento graverà soprattutto sui consulenti, si vedrà poi l’effettiva portata dello stesso…
Ilaria sostiene che gli istituti deflattivi non debbano essere utilizzati oltre certi importi per non mancare di rispetto nei confronti dei contribuenti onesti.
Qua si ripropone un pò la vecchia questione dei condoni.
Va bene fare un condono per incassare dei soldi comunque persi ovvero i condoni non si devono fare per non dare messaggi del tipo: ora evadi tanto poi un condono o una sanatoria spuntano sempre fuori?
Scritto il 1-9-2010 alle ore 17:40
Penso che il condono sia solo un occasionale tentativo di far incassare(solo potenzialmente) allo Stato dei capitali… Basti pensare che chi aderisce ai condoni neppure paga per intero gli importi richiesti, dal momento che generalmente si richiede un “acconto e una promessa di versare il resto a rate”…
E’ la mentalità da cambiare.
Non si dovrebbe parlare di “soldi persi”, ma di una seria campagna di verifiche, di controlli regolari e costanti. Chi evade lo fa con la beata consapevolezza che la verifica non è “sicura”, e quindi rischia oggi con la “reale speranza” di non venire controllato mai! Probabilmente l’evasore più incallito non pensa neanche per un nanosecondo di aderire ad un condono, perchè la sua posizione sarebbe in ogni caso potenzialmente “monitorata”, mentre tra la massa ha più possibilità di non essere stanato…
I condoni realizzati per far sconti ad evasori non appaiono molto utili e nemmeno così efficaci, viste le cifre relative alle adesioni e alle percentuali di incasso degli importi relativi. Alimentano solo la rabbia per chi ha onestamente pagato quanto doveva e neppure con un giorno di ritardo!
Scritto il 1-9-2010 alle ore 18:12
Non c’è alcun dubbio che la riflessione di Ilaria rifletta il pensiero un pò di tutti…
Scritto il 1-9-2010 alle ore 20:53
Illustrissimo Prof. Lupi, gentile dott. D’Ardia, in pubblico non è educato parlarsi (anche se per mezzo di un telelfono) all’orecchio. Quindi o riferite tutta ed immediatamente la conversazione o sarà sempre ed ora: intercettateli tutti!
Scritto il 2-9-2010 alle ore 09:30
si tratta del solito adempimento inutile.
Le parti faranno la solita transazione in ”nero” e addio all’adempimento.
la migliore lotta all’evasione,secondo me,si fa con poche adempimenti poche carte cosi’ quando viene la Guardia di Finanza non deve esaminare una marea di carte inutili.
antonio pinto
commercialista
Scritto il 2-9-2010 alle ore 12:27
Per Giuseppe: forse l’oggetto della telefonata sarà in un intervento su Dialoghi Tributari
Per Antonio: ho paura che sarà così. Vedremo…
Scritto il 2-9-2010 alle ore 14:06
Egr. Dr. D’ARDIA ho letto con estrema attenzione ed interesse quanto da Lei esposto e oltre a convenire che tutti questi adempimenti sono assurdi e “inutili” ritengo che non sia in questo modo che si stanano gli evasori, ovviamente quelli milionari, ma occorre una radicale modifica del sistema tributario.-
Se qualsiasi cittadino fosse autorizzato a dedursi dalla DR tutte le spese sostenute per qualsiasi ragione, a mio modesto parere lo stato incassere notevoli somme di IVA e per contro non si vedrebbero più redditi ridicoli poichè tutti pretenderebbero la fattura anche per piccole cifre e non farebbero più la speculazione di dire ” almeno risparmio l’IVA”.-
Scritto il 2-9-2010 alle ore 14:23
L’idea di Cristiano ogni tanto salta fuori.
Io non ho un’idea precisa sul punto, forse è valida, forse no.
Secondo me ci sarebbe comunque un calcolo di convenienza con conseguente scelta…
Scritto il 2-9-2010 alle ore 16:09
Vorrei chiarire che nell’intervento di prima mi limitavo ad un piccolo spunto ma ribadisco che è pura ingiustizia continuare a ragionare su delle somme lorde.-
La gente dovrebbe pagare, ovviamente con 1/2 aliquote tarate su ciò che effettivamente rimane nelle loro tasche.-
Scritto il 3-9-2010 alle ore 14:53
Nella conversione del DL,mi auguro delle norme molto semplici e chiare;diversamente sarà tutto come prima.Tutte le spese più un ragionevole utile,dovrà corrispondere un volume di affari adeguato.
Scritto il 13-5-2011 alle ore 13:04
Dott. Dardia buon pomeriggio ,scriverLe o contattarla personalmente mi è stato consigliato dal mio ottimo commercialista , per ricevere risposta a questo mio quesito . Ho presentato il modello TR per il PRIMO TRIMESTE 2011 il 2/5 per € 43.000 rihiedendo la compensazione con altri tributi ( irpef;inps ecc.) ricevendo ricevuta di avvenuto invio REGOLARE . Oggi sarebbe stato mio desiderio compensare una parte del credito pari a 15.204 € attraverso F24 di FISCO ON LINE . Alla risposta che il PAGAMENTO non è stato consideraro effettuato per credito non disponibile ; ho chiamato IL CALL CENTER dell’agenzia e mi è stato risposto che la presentazione dell’IVA TR superiore ai 15.000 deve essere certificata cosa da me non fatta perchè il commercialista in base ad una circolare relativa a questo argomento,mi ha comunicato che NON è obbligatoria. Ora chiedo a Lei … quale è la versione esatta ? La ringrazio e cordialmente la saluto Donatella
Scritto il 13-5-2011 alle ore 13:29
Al call center le hanno dato un’informazione sbagliata. E’ stato chiaramente detto che la certificazione per i crediti infrannuali anche superiori a 15.000 euro non è dovuta.
Qua la questione è che il credito per importi superiori a 10.000 EURO è compensabile a partire dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione dell’istanza. Siccome è stata legittimamente presentata l’istanza il 2 maggio (siccome il 30 aprile cadeva di sabato) i sistemi telematici dell’Agenzia evidentente considerano il credito ancora non disponibile. Altra spiegazione potrebbe derivare dal fatto che comunque si devono aspettare almeno dieci giorni per utilizzare il credito (anche se la previsione contenuta nel provvedimento 185430-2009 è difficilmente conciliabile con il fatto che il credito è disponibile dal giorno 16 del mese successivo, in quanto comunque passano almeno 16 giorni).
Se la compensazione è stata provata nei giorni scorsi io consiglierei di riprovare il giorno 16 (perché magari il problema è che non sono decorsi i 10 giorni) se il 16 ancora non si riesce vuol dire che il credito sarà disponibile dal 16 di giugno.
Scritto il 13-5-2011 alle ore 13:49
Grazie della Sua pronta ed esauriente risposta . Il suggerimento ricevuto dal mio commercialista e la Sua provata professionalità , sono stati eccellenti. Saluti Donatella
Scritto il 16-5-2011 alle ore 13:15
Buongiorno Dott. D’Ardia , La informo che in base alla informazione da Lei datami venerdì , questa mattina ho ripresentato il mio F24 con FISCO ON LINE e mi è stato accettato dal sistema ma unicamente per l’importo massino di € 10.000,00.
La cifra che inizialmente avevo immesso e, che mi sarebbe spettata avendo un credito trimestrale maggiore , invece mi è stata respinta . Le chiedo a questo punto se Le risulta questa versione .La ringrazio sentitamente .
Scritto il 16-5-2011 alle ore 13:59
Bè, è evidente che il credito per l’eccedenza rispetto a 10.000 EURO sarà disponibile dal 16 di giugno. Nessuna sorpresa, invece, per l’importo di 10.000 EURO che è stato accettato dal sistema dell’Agenzia, anche se fino a quell’importo potevano essere utilizzati anche i normali canali di home banking e di internet banking.